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    Come cambia il settore energetico in Italia?

    By Massimiliano Cassinelli27/09/20217 Mins Read
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    L’approvvigionamento energetico del Paese è costituito per il 40% dal gas naturale, per il 33% dal petrolio e per il 20% dalle fonti energetiche rinnovabili (FER)

    La “Relazione sulla situazione energetica nazionale”, redatta da un gruppo di lavoro appositamente costituito presso la Direzione Generale per le Infrastrutture e la Sicurezza dei Sistemi Energetici e Geominerari, formato da rappresentanze istituzionali e settoriali con esperienza nel settore energetico conferma un dato atteso: nel 2020, il settore energetico ha risentito pesantemente degli effetti della pandemia. In particolare emerge come l’economia italiana abbia registrato una contrazione di entità eccezionale per gli effetti delle misure di contenimento connesse all’emergenza sanitaria. Il valore aggiunto complessivo dei settori produttivi, secondo l’ISTAT, si è ridotto in volume dell’8,6% mentre il settore energetico, da solo, ha segnato una caduta ancor più marcata e pari al 10,0%.

    La domanda primaria di energia è stata pari a 143,5 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio (MTep), con una diminuzione del 9,2% rispetto all’anno precedente.

    L’energia arriva dall’estero

    La dipendenza energetica dall’estero rimane elevata, infatti il 73% del fabbisogno è soddisfatto dalle importazioni nette. L’approvvigionamento energetico del Paese è costituito per il 40% dal gas naturale, per il 33% dal petrolio e per il 20% dalle fonti energetiche rinnovabili (FER). Rispetto al 2019, è aumentato il ruolo delle energie rinnovabili e del gas naturale mentre è diminuito pesantemente quello del petrolio.

    Anche il consumo finale è fortemente diminuito (-8,4%) per tutte le fonti energetiche: la diminuzione maggiore si ha nel settore trasporti dove si è registrato un -15,7%, a seguire il petrolio con un -14,5%, il carbone con un -11,9%, il gas naturale con un -5,1%, l’energia elettrica con un -5,9% e le rinnovabili con un -5,0%. Rispetto al 2019, si registrano segni negativi in tutti i settori finali di impiego: usi residenziali (-2,5%), che si confermano il primo settore di consumo finale, per i servizi (-9,4%) e per il settore industriale (-5,4%).

    Sempre più rinnovabili

    Le fonti rinnovabili hanno consolidato nel corso del 2020 il loro ruolo, con un’incidenza sui consumi finali lordi di energia intorno al 20%. L’incremento rispetto al dato 2019 (18,2%) è stato amplificato dalla pandemia, che ha generato una significativa contrazione dei consumi complessivi (in particolare nel settore dei trasporti).

    Per quanto riguarda l’efficienza energetica, i risparmi energetici conseguiti nel 2020 sono stati pari a 5,4 Mtep, consentendo di raggiungere un risparmio cumulato di 23,2 Mtep per il periodo 2014-2020. Per il raggiungimento dell’obiettivo di 25,5 Mtep di energia finale previsto dall’art. 7 della Direttiva Efficienza Energetica, sono stati consolidati molti degli strumenti impiegati negli ultimi anni come, ad esempio, i certificati bianchi e le detrazioni fiscali per la qualificazione energetica degli edifici.

    Nel contesto di decarbonizzazione dell’energia, si segnala l’utilizzo della rete gas come vettore di energia rinnovabile, per mezzo di crescenti iniezioni di biometano, la cui produzione nazionale è quasi raddoppiata passando dai 50 milioni di metri cubi del 2019 ai 99 del 2020.  Si segnala anche la crescita del GNL come carburante nei trasporti pesanti che nel 2020 è pari a 165 milioni di metri cubi (+30 milioni di metri cubi rispetto al 2019). Si stima che oltre il 70% della rete dei metanodotti SNAM siano pronti a trasportare idrogeno. Nel 2020 si sono concluse con successo alcune sperimentazioni sia sul lato della produzione di idrogeno rinnovabile sia sull’adeguamento dell’infrastruttura gas per il trasporto.

    Nel 2020 i consumi finali di energia delle famiglie italiane ammontano a 47.092 Ktep (-9,6% rispetto all’anno precedente) spendendo 65 miliardi di euro (-17,8%). Il 64% dell’energia usata è per usi domestici (riscaldamento, raffrescamento, acqua calda, uso cucina, illuminazione e funzionamento degli elettrodomestici) e il 36% per trasporto privato. In termini monetari, il 56% della spesa energetica è per uso domestico e la rimanente parte per il trasporto.

    L’energia frutta 40 miliardi di tasse

    Da elaborazioni sui dati di Contabilità nazionale dell’ISTAT, risulta che il valore aggiunto del settore energetico è calato del 10,0%: il settore della “fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata” ha subìto una contrazione dell’8,6% (in linea con la caduta complessiva dei settori produttivi), mentre il settore della “fabbricazione di coke e prodotti derivanti dalla raffinazione del petrolio” ha registrato un calo del 46,1%. In termini assoluti, a prezzi correnti, i due settori hanno generato un valore aggiunto pari a circa 28,8 miliardi di euro con un contributo al PIL pari all’1,9%.

    Il gettito delle imposte sull’energia in Italia è circa 40 miliardi di euro (il 5,3% del totale imposte e contributi sociali statali e il 2,5% del PIL), in diminuzione del 14% rispetto al 2019.

    Il differenziale fra i prezzi dell’energia elettrica e del gas naturale italiani e quelli europei rimane positivo anche se è ripreso il processo di convergenza che si era interrotto nel 2018. Si conferma un significativo premio pagato dalle imprese italiane per l’energia elettrica e uno per il gas acquistato dalle famiglie (in leggera diminuzione).

    Per quanto concerne i prezzi dei carburanti, i prezzi medi industriali di benzina, gasolio e GPL sono risultati significativamente in calo rispetto all’anno precedente, in linea con gli andamenti delle quotazioni del greggio Brent, influenzate negativamente dalla pandemia Covid19. Di conseguenza, i prezzi al consumo si sono attestati anch’essi su valori inferiori all’anno precedente, risentendo della diminuzione della componente industriale e del lieve decremento indotto sulla componente fiscale attraverso l’applicazione dell’IVA.

    La Relazione contiene anche altri approfondimenti, tra cui citiamo un articolo di Banca d’Italia dedicato ai rischi climatici, alla transizione ecologica ed al ruolo della finanza; inoltre, una monografia della DG mercato e consumatori del Ministero dello sviluppo economico, che illustra una metodologia per il confronto dei prezzi di differenti combustibili e carburanti. Tale confronto, infatti, non risulta sempre agevole per il consumatore medio che deve paragonare, ad esempio, il prezzo della benzina, riportato in euro a litro, con quelli del metano per autotrasporto, materiali gassosi espressi unità di misura differenti, senza tener conto dei differenti regimi fiscali a cui sono sottoposti prodotti differenti oppure altre differenziazioni merceologiche e di contenuto energetico espresso in kWh, introdotte con la mobilità elettrica o quella a idrogeno.

    A tal fine si fornisce di seguito la tabella di confronto nella quale sono riportati i prezzi da sostenere per un tragitto di cento chilometri, utilizzando i differenti carburanti a disposizione.

    Raffronto dei prezzi dei combustibili alternativi: la comparazione basata sulla percorrenza di 100 km

    Tabella 1 – Segmento Mini – I trimestre 2021

    Segmento

    Carburante

    Consumo medio carburante per 100 km

    Potenza

    Peso

    Lunghezza

    Costo medio carburante (€ 100 km)

    Mini

    Benzina

    5,6

    51,3

    1.113

    3.640

    8,51

    Mini

    Gpl

    7,8

    50,4

    1.134

    3.632

    5,04

    Mini

    Metano

    6,2

    56,2

    1.201

    3.627

    4,09


    Tabella 2 – Segmento Small – I trimestre 2021

    Segmento

    Carburante

    Consumo medio carburante per 100 km

    Potenza

    Peso

    Lunghezza

    Costo medio carburante (€ 100 km)

    Small

    Benzina

    6

    73,6

    1.351

    4.116

    9,16

    Small

    Gasolio

    5

    75,6

    1.488

    4.177

    6,83

    Small

    Gpl

    7,5

    74

    1.327

    4.116

    4,86


    Tabella 3 -Segmento Medium – I trimestre 2021

    Segmento

    Carburante

    Consumo medio carburante per 100 km

    Potenza

    Peso

    Lunghezza

    Costo medio carburante (€ 100 km)

    Medium

    Benzina

    6,6

    89,6

    1.495

    4.373

    10,03

    Medium

    Gasolio

    5,5

    94,9

    1.655

    4.415

    7,56


    Tabella 4 – Segmento Large – I trimestre 2021

    Segmento

    Carburante

    Consumo medio carburante per 100 km

    Potenza

    Peso

    Lunghezza

    Costo medio carburante (€ 100 km)

    Large

    Benzina

    6,6

    102

    1.614

    4.635

    10,01

    Large

    Gasolio

    5,5

    107,3

    1.705

    4.661

    7,5

    Large

    Metano

    6,4

    98,9

    1.530

    4.678

    4,24


    Fonte: Elaborazione Osservatorio Prezzi Carburanti – MISE, con la collaborazione metodologica dell’ISTAT, su dati: MITE – Dipartimento per l’Energia e il Clima – Direzione Generale Infrastrutture e Sicurezza dei sistemi energetici e geominerari – Div. III Analisi Programmazione e studi settore energetico e georisorse; MIMS – Direzione Generale per la Motorizzazione, per i Servizi ai Cittadini ed alle Imprese in materia di trasporti e navigazione – Div.7 – Centro Elaborazione Dati e MISE – Direzione generale per il mercato, la concorrenza, la tutela del consumatore e la normativa tecnica – Osservatorio prezzi carburanti

    L’interesse per la Relazione periodica sulla situazione energetica nazionale è in forte crescita, lo testimoniano i dati di accesso alla pagina del sito web della DGISSEG ad essa dedicata https://dgsaie.mise.gov.it/situazione-energetica-nazionale

     

    energia fonti rinnovabili forniture
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