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    Quanto spende il mio Comune per i rifiuti?

    By Massimiliano Cassinelli14/01/20215 Mins Read
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    Openpolis ha diffuso i dati relativi al costo di raccolta e gestione dei rifiuti in ogni singolo Comune italiano

    L’efficacia nella gestione dei rifiuti urbani, della raccolta differenziata e nello smaltimento dei rifiuti industriali rappresenta da sempre un tema caldo nel dibattito locale di ogni singolo comune. Non è un caso, infatti, che recentemente l’attesa pubblicazione della Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee (Cnapi) ad accogliere rifiuti radioattivi in Italia abbia acceso ovunque un vespaio di polemiche.

    Tuttavia, anche senza voler scomodare i rifiuti speciali, il tema dei rifiuti urbani è spesso presente nel dibattito pubblico, che si tratti della raccolta di immondizia per le strade o della localizzazione di una nuova discarica.

    La quantità di rifiuti urbani prodotti in Italia dal 2011 al 2019

    Rifiuti prodotti in Italia
    Il catasto dei rifiuti dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) nel suo studio considera le seguenti frazioni merceologiche: rifiuti urbani indifferenziati, rifiuti dallo spazzamento stradale destinati allo smaltimento, altri tipi di rifiuti urbani indifferenziati.

    FONTE: Ispra – elaborazione openpolis (ultimo aggiornamento: martedì 31 Dicembre 2019)

    Negli anni tra il 2011 e il 2019 la produzione di rifiuti urbani in Italia ha avuto un andamento abbastanza costante. Nel 2011 nel paese si sono prodotti 31,38 milioni di tonnellate di rifiuti urbani, nel 2019 il dato è sceso a 30,07, con una diminuzione del 4,2%. La produzione minima si è verificata nel 2015 (29,52 milioni di tonnellate).

    I dati italiani sono sostanzialmente in linea con quelli degli altri paesi dell’Unione europea. Nel 2018, infatti, in Italia si producevano 499 chili pro capite di rifiuti, una cifra di poco superiore alla media dei 28 paesi Ue (489 kg).

    Le spese dei comuni per la raccolta dei rifiuti

    La competenza per la gestione dei rifiuti urbani non speciali è quasi sempre in capo alle amministrazioni comunali o a società partecipate da enti pubblici, le quali gestiscono il servizio per conto dei comuni. Nei bilanci esiste una voce di spesa chiamata “rifiuti”.

    Si tratta di uno dei capitoli di bilancio della missione “Sviluppo sostenibile e tutela del territorio e dell’ambiente”, che vede anche altre voci al suo interno: difesa del suolo; tutela, valorizzazione e recupero ambientale; servizio idrico integrato; aree protette, parchi naturali, protezione naturalistica e forestazione; tutela e valorizzazione delle risorse idriche; sviluppo sostenibile territorio montano dei piccoli comuni; qualità dell’aria e riduzione dell’inquinamento.

    Nella voce dedicata ai rifiuti le amministrazioni di ogni singolo Comune inseriscono importi di spesa in bilancio per l’amministrazione, ispezione, funzionamento o supporto alla raccolta, al trattamento e ai sistemi di smaltimento dei rifiuti.

    Questo capitolo comprende le spese per la pulizia di strade, piazze, viali, mercati, oltre che per la raccolta di tutti i tipi di rifiuti (da differenziare o smaltire senza differenziazione). Sono inclusi inoltre i costi di trasporto nei luoghi di trattamento o nella discarica.

    Qui sono infine comprese le spese per sovvenzioni o sussidi a sostegno del settore, per la costruzione o il miglioramento dei sistemi sui rifiuti e per i canoni o i contratti di servizio con le aziende per i servizi di igiene ambientale.

    Tra le grandi città, Venezia spende più di tutte per i rifiuti

    Spesa pro-capite per la raccolta dei rifiuti
    I dati mostrano la spesa pro capite per cassa riportata nell’apposita voce di bilancio. Spese maggiori o minori non implicano necessariamente una gestione positiva o negativa della materia. Da notare che spesso i comuni non inseriscono le spese relative a un determinato ambito nella voce dedicata, a discapito di un’analisi completa. Tra le città italiane con più di 200mila abitanti, non sono disponibili i dati di Palermo e Catania perché alla data di pubblicazione non risultano accessibili i rispettivi bilanci consuntivi 2019.

    FONTE: openbilanci – consuntivi 2019 (ultimo aggiornamento: martedì 31 Dicembre 2019)

    Se consideriamo i grandi comuni italiani, Venezia è quello ad aver speso di più per la gestione dei rifiuti urbani nel 2019: 464,99 euro pro capite. Dietro il capoluogo veneto troviamo Genova (324,61), Roma (273,77) Firenze (234,86) e Torino (230,93).

    In coda alla classifica delle città con più di 200mila abitanti ci sono tre comuni del nord-est: Padova (205,86), Trieste (162,78) e Verona (161,52).

    Dal 2017 al 2019 Roma ha dimezzato gli investimenti per la gestione dei rifiuti

    Andamento della spesa Pro-capite della gestione rifiuti

    I dati mostrano la spesa pro capite per cassa riportata nell’apposita voce di bilancio. Spese maggiori o minori non implicano necessariamente una gestione positiva o negativa della materia. Tra le città italiane con popolazione superiore a 200mila abitanti, sono state considerate le 5 che hanno speso di più per la voce considerata nel 2019.

    FONTE: openbilanci – consuntivi 2016-2019 (ultimo aggiornamento: martedì 31 Dicembre 2019)

    Tra le città con popolazione superiore a 200mila abitanti, nel 2016 era Firenze quella a spendere di più per la gestione dei rifiuti (326,55 euro pro capite).

    Nel 2017 questo primato è spettato a Roma, arrivata a investire 597,57 euro pro capite, pari a oltre 1,7 miliardi di euro in un solo anno. Tuttavia, nel 2019 ha speso il 54,2% in meno.

    È Venezia, nell’ultimo biennio, ad aver destinato la cifra pro capite più alta a questa voce.

    Quanto spende il tuo comune per la gestione dei rifiuti urbani?

    Clicca qui per sapere la spesa assoluta e pro capite per la gestione dei rifiuti nel tuo comune 

     

    Comune costo rifiuti
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    Massimiliano Cassinelli

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