Il 2 ottobre 2025, presso il business district Milanofiori Nord, è stato inaugurato il nuovo hub italiano di Analog Devices (ADI). Con questo passo, l’azienda americana leader nei semiconduttori consolida la propria presenza nel nostro Paese, rafforzando la crescita e la collaborazione con l’ecosistema industriale e universitario nazionale.
“La nuova sede di Milano rappresenta il secondo polo europeo di ricerca e sviluppo per ADI, dopo quello in Irlanda. L’hub sarà focalizzato su automazione industriale, automotive, digital healthcare e applicazioni consumer, con l’obiettivo di essere più vicini ai clienti italiani e supportarli nella risoluzione di sfide concrete” ha spiegato Martin Cotter, Senior Vice President di ADI.
Il nuovo centro riunisce sotto lo stesso tetto il team precedentemente dislocato a Vimercate e il Design Center di Assago. È previsto inoltre un ampliamento dell’organico: dagli attuali 150 professionisti si arriverà a oltre 200 tra Milano, Catania e Bari. Una crescita che conferma come l’Italia sia per ADI un terreno ideale dove far convergere competenze ingegneristiche, ricerca universitaria e collaborazioni con grandi realtà industriali.
La strategia di Analog Devices
Al centro della visione di ADI c’è l’intelligenza artificiale, considerata il motore di ogni trasformazione industriale. Dai sistemi di sanità digitale — capaci di passare dalla cura preventiva alla gestione predittiva delle malattie — alle auto autonome e alla robotica intelligente, l’AI è ormai un elemento imprescindibile. “Oggi nessuna conversazione è completa senza l’intelligenza artificiale” ha sottolineato Cotter, rimarcando come ADI non offra solo soluzioni hardware, ma piattaforme integrate di software, algoritmi e semiconduttori.
Il contesto globale conferma questa visione: entro il 2030, il mercato dei semiconduttori passerà dagli attuali 500 miliardi di dollari a oltre 1 trilione, con l’Europa che punta ad aumentare la propria quota di produzione dall’8% al 20%. In questo scenario, l’Italia rappresenta un punto di forza grazie a un ecosistema industriale avanzato — dall’aerospazio all’automotive, fino all’equipaggiamento per i test e l’agritech — e a un sistema universitario capace di formare ingegneri con solide competenze matematiche e tecniche.
Robotica e co-innovazione
Particolare attenzione viene rivolta alla robotica, considerata una delle sfide più affascinanti e decisive.
“A Milano e in altre sedi italiane, ADI sviluppa tecnologie per il controllo dei motori, algoritmi di movimento, sensori tattili e sistemi di visione, con applicazioni che vanno dalla logistica alla manifattura fino ai robot umanoidi. L’azienda collabora inoltre con startup locali e grandi multinazionali come Leonardo ed Enel, in una rete di co-innovazione che consente di affrontare i problemi più complessi con soluzioni integrate” ha sottolineato Martin Cotter.
Talenti e formazione
Altro pilastro è lo sviluppo dei talenti. ADI non si limita ad assumere giovani ingegneri, ma collabora attivamente con le università italiane, creando un flusso costante di competenze tra accademia e industria. L’obiettivo è attrarre e far crescere i migliori talenti, offrendo loro progetti di respiro internazionale e prospettive di lungo termine.
“Dalla sanità all’efficienza energetica, dall’agricoltura intelligente alle telecomunicazioni di nuova generazione, Analog Devices vede nell’Italia un terreno fertile per costruire la prossima generazione di tecnologie” ha aggiunto Cotter.
Un messaggio chiaro: per ADI l’Italia non è solo un mercato, ma un partner strategico per guidare l’innovazione a livello globale.