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    Impegno, coraggio e onestà intellettuale: la storia di Opto Engineering

    By Massimiliano Cassinelli18/09/20225 Mins Read
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    Al traguardo dei vent’anni, Opto Engineering ribadisce i propri principi e propone Itala, le nuove telecamere PoE per la visione artificiale con tecnologia a lenti liquide

    Opto Engineering ha raggiunto vent’anni. Un traguardo forse non particolarmente significativo per un’azienda qualunque. Ma che assume un valore significativo se pensiamo che vent’anni fa i sistemi di visione artificiale rappresentavano una tecnologia di frontiera, sulla quale pochi erano pronti a scommettere.

    Al contrario Claudio Sedazzari, Ceo e presidente di Opto Engineering, ebbe il coraggio di crederci e di proporre le proprie soluzioni ad alcune aziende altrettanto “visionarie”.

    Due decenni dopo, come ha raccontato in apertura delle celebrazioni proprio Sedazzari, “quelle stesse aziende sono in sala a festeggiare con noi, perché siamo cresciuti insieme, rispettando i principi che ci caratterizzano da sempre: impegno, coraggio e onestà intellettuale”.

    Eppure sembra lontanissimo quel 2002 in cui Sedazzari scoprì gli obiettivi cosiddetti telecentrici, ovvero una speciale categoria di ottiche caratterizzate dalla capacità di produrre immagini prive dell’effetto prospettico che, invece, contraddistingue le ottiche tradizionali. Tale caratteristica permette di non avere sostanziale dipendenza dall’esatta posizione dell’oggetto al momento della misura. In abbinamento al corrispondente illuminatore collimato, ad un’adeguata telecamera e ad una corretta procedura di calibrazione e ottimizzazione, questo bundle di prodotti permette di raggiungere performances di misura totalmente irraggiungibili con approcci tradizionali.

    Una tecnologia che è ormai uno standard anche se, nel 2002, ricorda Sedazzari “consegnai il primo modello fissando l’incontro con il cliente in autostrada”. Da lì una lunga strada di successi, caratterizzata da un’impostazione del tutto nuova rispetto ai concorrenti: “puntammo infatti su standardizzazione del prodotto, riconoscibilità, organizzazione delle vendite e gestione delle persone. Persone che sono cresciute con noi e con la città di Mantova. Perché noi, come imprenditori, abbiamo svolto il nostro dovere che è anche quello di operare per il bene della comunità e di chi ci sta intorno”.

     

    “Made in… Mantova”

    Un approccio premiante per Opto Engineering, capace di proporre soluzioni di visione artificiale che, ormai, vanno ben oltre gli impieghi puramente industriali, in quanto le soluzioni “Made in Mantova” dell’azienda sono oggi impiegate anche in ambito sanitario, nella logistica, nello sport e nell’elettromedicale. Questo perché, come ha spiegato Massimo Castelletti, Head of Marketing di Opto Engineering, “abbiamo creato reti telecentriche, basate su prodotti innovativi e miniaturizzati, grazie ai quali possiamo ispezionare persino tutti i lati di un oggetto con una sola telecamera”.

    Un’affermazione sul mercato che ha portato il brand Opto Engineering ad essere riconosciuto, in tutto il mondo, come il fornitore di riferimento nel settore. Così, mentre all’inizio della propria storia, Opto Engineering “mascherava” la propria identità nazionale (dovendo operare in un settore in cui i leader erano “solo” tedeschi o americani), oggi l’azienda è talmente orgogliosa della propria italianità da lanciare sul mercato una famiglia di telecamere dal nome inconfondibile: Itala. Si tratta di telecamere PoE per la visione artificiale con tecnologia a lenti liquide, che verranno presentate il prossimo ottobre in occasione delle fiera Vision di Stoccarda.

    Del resto, ha concluso Castelletti, “conosciamo i problemi presenti sul mercato, ma sappiamo anche che il mercato necessita di efficienza, affidabilità, automazione e robotica. Esigenze che trovano risposte nella visione artificiale e nella nostra capacità di integrare esigenze e tecnologie, perché la visione artificiale rappresenta il futuro dell’industria e noi siamo pronti per svolgere un ruolo da protagonisti”.

    Proprio per essere vicini ai clienti, come ribadisce il Sales Manager Enrico Badiali, oltre alla sede di Mantova, nel 2008 è stata aperta una filiale negli Stati Uniti, seguita da quelle di Shangai e di Monaco di Baviera.

    In questo modo, lo staff di Opto Engineering è in grado di identificare le soluzioni migliori per una specifica applicazione, che vengono poi testate su un campione sia nel laboratorio che direttamente presso il cliente, anche nel caso di prodotti customizzati.

    Del resto, gli fa eco Hilenja De Lillo – Head of Human Resouces, all’interno della nostra azienda l’età media è di 31 anni e anche questo ci porta ad essere molto dinamici e caratterizzati dalla voglia di crescere, ma anche molto “attenti all’ambiente ed al benessere dei lavoratori. Principi che hanno ispirato il progetto della nuova sede: 6.000 metri quadrati, suddivisi tra servizi e produzione, che ovviamente sarà sempre a Mantova, per favorire l’integrazione con la città”.

     

    Più tedeschi dei… tedeschi

    L’intervento finale della serata di festeggiamenti è stato affidato all’Head of Communication Elisa Guernieri: “Undici anni fa, quando sono arrivata in azienda, dovevo far trasparire il fatto che fossimo più grandi di quello che eravamo e più tedeschi dei tedeschi”. Questo perché Opto Engineering era l’unica azienda italiana in un mercato dominato da grandi colossi internazionali. “Da qui la scelta di investire nella comunicazione, ma anche in “design distinguibile che ci ha resi un brand riconosciuto per capacità innovativa, rapporto qualità/prezzo, veridicità dei dati dichiarati, supporto al cliente e documentazione a corredo dei prodotti. Inoltre siamo riconosciuti come partner capaci di affrontare e risolvere le nuove sfide. Oggi, con le telecamere Itala, ci presentiamo sul mercato con un prodotto italiano e…. non dobbiamo più sembrare di essere… più tedeschi dei tedeschi”.

     

    Mantova Opto Engineering Telecentrico visione artificiale
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    Massimiliano Cassinelli

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