L’inflazione globale sta colpendo ogni settore, e anche il mondo della pubblicità online non fa eccezione. In questo contesto, l’Industria Manifatturiera si trova ad affrontare costi crescenti per promuoversi su Google Ads.
In questo articolo analizziamo i dati di un’indagine condotta da MMONE Group, che fotografa l’impatto del digital marketing sul comparto e l’evoluzione dei costi delle campagne pubblicitarie.
Buona lettura!
Spesa in pubblicità online su Google nell’Industria Manifatturiera
Uno degli strumenti più usati di marketing digitale sono le inserzioni pubblicitarie su Google. La Digital Agency MMONE Group ha calcolato il costo delle “parole chiave” che le aziende dell’Industria Manifatturiera acquistano sulla piattaforma Google Ads per comparire nelle prime posizioni del motore di ricerca. O meglio, ha calcolato quanto le aziende spendono ogni qualvolta un utente, cliccando su una “parola chiave” acquistata, atterra sul proprio sito internet.
Nell’Industria Manifatturiera, il comparto dei “Magazzini Verticali” ha un costo medio in inserzioni pubblicitarie (Ads) più caro (4,3€), seguito dall’”Automazione Industriale” (2,5€) e da “Software Erp” (2,4€). Rispetto al 2021, nel 2025 le aziende manifatturiere hanno speso in media il 90% in più per un clic sulle proprie parole chiave acquistate.
Da dove si parte
L’analisi si è concentrata su oltre 8.000 parole chiave in lingua italiana rilevate su Google Ads a giugno 2025 con volume di ricerca media superiore alle 100 unità suddivise in 14 comparti dell’Industria Manifatturiera: stampa 3d, software erp, magazzini verticali, automazione industriale, pavimenti industriali, stampaggio materie plastiche, meccanica di precisione, zincatura, nastri trasportatori, galvanotecnica, cad, macchine a controllo numerico, trasportatori elettrici e saldatura tig.
Costo medio per click (CPC)
Aggregando in maniera appropriata le oltre 8.000 parole chiave per i 14 comparti, si scopre come l’Industria Manifatturiera che si occupa di produzione di “magazzini verticali” sia quello che spende di più in termini di costo medio per clic per far atterrare l’utente sul proprio sito internet. In particolare Google fa spendere alle aziende del settore in questione 4,3€ per parola chiave.
Le aziende che producono sistemi di “automazione industriale” pagano a Google in media 2,5€ per ogni clic, mentre chi realizza “software Erp” (Enterprise Resource Planning) ne paga 2,4€.
Le parole più economiche, sotto l’euro, riguardano parole che attengono al settore della produzione di “macchine a controllo numerico” (0,8€ a clic) e le aziende di “saldatura tig” (0,5€ a clic).
Le parole chiave più costose per l’Industria Manifatturiera
Delle oltre 8.000 parole selezionate, “preventivo stampa 3d” è quella più costosa con 7,1€ per clic. Segue la parola chiave “Erp Enterprise Resource Planning” (6,8€) e “magazzini automatici verticali” (5,0€). Le altre parole con valore superiore all’euro, appartengono a comparti di attività diversi come l’automazione industriale con la parola “robot automazione industriale” (4,4) e i pavimenti industriali con la parola “pavimenti industriali in resina” (2,9€).
Quattro casi studio di digital marketing nell’Industria Manifatturiera
La Digital Agency MMONE Group ha monitorato il costo delle campagne di marketing su Google Ads di 4 aziende dell’Industria Manifatturiera proprie clienti almeno dal 2021:
- un’azienda produttrice di macchine profilatrici
- una produttrice di magazzini verticali
- una produttrice di carrelli industriali
- una dedita alla lavorazione industriale del vetro
Dal 2021 al 2024 si è verificato un aumento del costo delle parole chiave per tutti i comparti di produzione monitorati: +211% per la lavorazione industriale del vetro, +124% per la produzione di macchine profilatrici, +13% per la produzione di carrelli industriali e +10% per la produzione di magazzini verticali. Un’inflazione media nel quadriennio del +90%! Si nota come a crescere di più siano le parole chiave che nel 2021 costavano di meno, mentre hanno subito incrementi inferiori quelle più care.
L’analisi si è basata sul monitoraggio di 567 parole chiave vendute da Google alle aziende nell’arco del quadriennio e cliccate dagli utenti. Questo permette di verificare per ciascun comparto manifatturiero il costo specifico in CPC.
Il settore della produzione di magazzini verticali è quello che spende di più per le parole chiave: la più costosa in assoluto è “magazzini automatici per minuteria” (4,2€), “magazzini automatici verticali” (3,2€) e “archivi automatici” (3,1 €). La crescita massima del costo in CPC nell’arco del quadriennio è stata del 541% per “magazzini automatici industriali”!
In merito alla lavorazione industriale del vetro “incisione sul vetro”, “taglio laser sul vetro” e “vetro circolare su misura” sono le parole in assoluto più costose (sopra i 3,5€ a clic), sebbene l’aumento per tale comparto sia maggiore per “molatura vetro”, “vetro rotondo su misura” e “incisioni vetro”.
Più economiche in termini di CPC le parole per il settore delle macchine profilatrici e dei carrelli industriali, con dei tassi di crescita più contenuti.
Campagne pubblicitarie su Google: costo o investimento?
I dati qui riportati fanno riflettere sull’opportunità di spendere in campagne marketing su Google Ads. Certamente il budget dedicato a questa strategia genera ritorni misurabili in termini di leads o vendite (per i nostri clienti le conversioni generate da Paid Search arrivano all’8%), ma non può essere la strategia esclusiva, specie se la tendenza è quella di un aumento progressivo del costo delle inserzioni su Google Ads. Il rischio per l’Industria Manifatturiera è quello di aumentare la spesa in pubblicità diventando quindi un mero costo se esso non viene ottimizzato e integrato ad altre strategie digitali.
Google Ads può diventare un investimento se si riesce contemporaneamente ad aumentare il numero di eventi provenienti dalla ricerca organica, da azioni di email e social marketing, da referral, integrando cioè tutte le attività di marketing digitale.
Dichiarazioni
“L’Industria Manifatturiera ha molti margini di sviluppo”, afferma Andreas Cunial, direttore di MMONE Group. “Lavorando con aziende di medio e piccole dimensioni, spesso abbiamo la percezione che il digital marketing non sia ancora sufficientemente sviluppato. Ci sono aziende che ci richiedono di fare solo campagne pubblicitarie su Google perché le loro conversioni sono immediate, senza capire la necessità di integrare tutte le strategie digitali. Quello dell’integrazione digitale è un processo che vede la creazione di valore aggiunto nel lungo periodo, investendo in una rosa di attività che non sono dipendenti dalle sole fluttuazioni del mercato della pubblicità. Obiettivo è quello di trasformare ogni euro speso in valore aggiunto, non solo in clic!”.