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    Bonomi (Confindustria): filiere di fornitura vulnerabili

    By Redazione BitMAT04/10/2022Updated:05/10/20225 Mins Read
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    Il Presidente di Confindustria Carlo Bonomi sulle ricadute delle scelte geopolitiche sulle opportunità di business delle filiere industriali

    Carlo Bonomi, Presidente dal 2020 di Confindustria, intervenuto oggi al Made in Italy Summit del Sole 24 Ore e Financial Times, in collaborazione con Sky Tg24, è tornato a sottolineare come il nuovo contesto geopolitico abbiamo messo evidenza la vulnerabilità delle filiere di fornitura e dell’autonomia strategica del nostro paese. 

    Secondo Bonomi: «Il contesto internazionale nel quale ci troviamo è fortemente complesso e instabile. Gli ultimi anni sono stati caratterizzati da eventi dirompenti come la pandemia e la guerra che hanno completamente stravolto l’equilibrio internazionale e nazionale a cui eravamo abituati. All’inizio di questo 2022 la speranza era di continuare il rimbalzo realizzato dalla nostra industria manifatturiera nel 2021. Ci troviamo invece all’ottavo mese di invasione russa dell’Ucraina che ha aggiunto nuovi enormi impatti asimmetrici sull’economia italiana, europea e mondiale. Le nostre imprese sin qui si sono rilevate capaci di risultati eccezionali, penso ai 581 miliardi di export nel 2021 e ai buoni andamenti dell’export nei primi due trimestri del 2022 che resta, per i 2/3 manifatturiero. Una dimostrazione concreta del fatto che le nostre imprese non si abbattano davanti alle difficoltà, non smettono mai di migliorare i processi produttivi e i prodotti e si adeguano al variare della domanda estera con una duttilità e con una sostituzione dei mercati migliore dei nostri competitor europei come la Germania, già in recessione. La punta di diamante del nostro made in Italy, il bello e ben fatto che va dal design fino alla meccanica rappresenta una parte consistente delle esportazioni complessive dell’Italia ed è trasversale a tutti i principali comparti dell’export dei beni finali di consumo. Il nuovo contesto geopolitico però ha messo in grande evidenza il tema della vulnerabilità delle filiere di fornitura e dell’autonomia strategica del nostro paese e dell’Europa».

    Soddisfare il fabbisogno della domanda: problema commerciale ma anche produttivo

    Ancora secondo il Presidente di Confindustria: «L’Italia è un paese trasformatore privo di risorse energetiche e minerarie in cui migliaia di imprese si posizionano nella parte intermedia e medio alta delle catene globali del valore di fornitura. Russia e Ucraina detengono una quota elevata di numerose commodity. Si tratta di input a monte delle catene globali del valore utilizzati in numerose produzioni a valle per cui gli effetti di colli di bottiglia si amplificano lungo le filiere fino ai beni di consumo e di investimento. Con le forti difficoltà che ha vissuto il commercio mondiale in seguito alla serie dei lockdown via via succedutisi all’indomani dell’irrompere della pandemia, e con l’improvvisa carenza di questi input assistiamo al tramonto definitivo della fase storica in cui, per i paesi industrializzati, il problema di come soddisfare i fabbisogni della domanda si poneva solo in termini commerciali e non anche produttivi e questo è un punto centrale della questione. I concetti di autonomia strategica di determinate filiere come quelle legate ai dispositivi medici, alla mobilità elettrica, alle tecnologie di comunicazione ultraveloce, alle energie rinnovabili e di dipendenza critica dalle forniture estere ad esse collegate sono entrate nel corso di questi ultimi due anni all’interno del dibattito politico internazionale ed europeo. In un contesto, come quello attuale, in cui assistiamo ad un ripiegamento del processo di globalizzazione, all’accorciamento delle catene internazionali di fornitura e alla loro regionalizzazione, come Italia e come Europa possiamo ritagliarci un ruolo importante perseguendo l’autonomia strategica se sapremo spingere ancor più sull’innovazione in particolare sulla transizione digitale ecologica con il rinnovo delle competenze ad ogni livello. Le imprese, infatti, devono posizionarsi nella parte alta di queste catene. Diversamente, rischiamo di perdere l’opportunità o scivolare verso produzioni a minor valore aggiunto. Con l’accelerazione di fenomeni di reshoring di produzioni precedentemente delocalizzate si apre in prospettiva una nuova fase di sviluppo industriale per i paesi avanzati perché la distanza geografica e soprattutto politica è tornata a giocare un ruolo significativo nelle scelte produttive e commerciali».

    Ancora secondo Bonomi: «Con il precipitare delle relazioni tra Occidente e Russia per la guerra in Ucraina, e l’aumento delle tensioni tra Occidente e Cina rispetto al rischio di un nuovo conflitto a Taiwan, risulta sempre più marcata la dicotomia tra due parti del mondo. Una che coincide, almeno in gran parte, col gruppo delle economie emergenti e l’altra ben distinta, se non addirittura contrapposta geopoliticamente ed economicamente, con il gruppo delle economie avanzate. Queste tendenze hanno trovato conferma in settembre a Samarcanda dove si è tenuto l’incontro dell’organizzazione per la cooperazione di Shangai: si tratta di un’istituzione euro-asiatica in ambito politico e commerciale della difesa che, per certi aspetti, fa da contraltare al G7. Sono inclusi paesi del calibro di Cina, India e Russia e potrebbe presto ampliarsi a paesi come Iran e Turchia. Uno dei messaggi sottoscritti dai membri è stato quello di rilanciare e proteggere il sistema degli scambi restituendo un ruolo di primo piano ai principi dell’organizzazione mondiale del commercio continuando nella realizzazione della belt and road initiative».

    Bonomi: “La geopolitica torna a svolgere ruolo centrale nell’economia”

    Come concluso da Carlo Bonomi: «Come stiamo vedendo il fattore geopolitico torna a svolgere un ruolo centrale e imprescindibile nelle dinamiche dell’economia: non accadeva dalla Guerra Fredda. La libertà propria delle dinamiche di mercato, che ha portato alla globalizzazione come l’abbiamo finora conosciuta, sta lasciando il passo ad un nuovo equilibrio dove le scelte politiche e geopolitiche dei governi sono centrali e hanno ricadute concrete sulle economie dei paesi e sulle opportunità di business lungo le filiere industriali. Oggi, più che in un altro momento storico, serve una ferma coerenza e unità internazionale. Risulta imprescindibile, infatti, per la competitività delle imprese e la crescita del nostro tessuto industriale, rafforzare in modo fattivo e stringente i rapporti commerciali, economici e politici con i partner europei e gli alleati occidentali».

     

    Carlo Bonomi Confindustria contesto geopolitico filiere di fornitura Made in Italy Summit
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