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    AR: i dipendenti vanno messi al primo posto

    By Redazione BitMAT14/10/20216 Mins Read
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    Paolo Delnevo, VP SER & General Manager Italy, PTC, spiega perché mettere i dipendenti al primo posto nei progetti di realtà aumentata (AR)

    Un progetto AR (Augmented Reality) di successo deve essere in grado di risolvere le problematiche che i dipendenti di prima linea incontrano nel loro lavoro. Tuttavia, il coinvolgimento dei lavoratori non si deve limitare a questo, ma deve andare ben oltre, essendo un fattore di fondamentale importanza per la riuscita del progetto.

    Dove sono finiti tutti i lavoratori? È questa la domanda che molti imprenditori del settore manifatturiero si stanno ponendo, vista la carenza di competenze e la difficoltà di reperire manodopera specializzata, due fattori che rischiano di frenare il processo di ripresa dalla pandemia.

    L’impatto che questo problema può generare nel lungo termine rende assolutamente necessario formulare idee e cercare risposte che non siano banali. Il reperimento di manodopera sta diventando un serio problema in gran parte dell’Unione Europea e per molte aziende manifatturiere sta diventando sempre più difficile assumere.

    Secondo un rapporto del 2020 realizzato da Digital Europe, l’associazione che riunisce le aziende operanti in ambito di trasformazione digitale, il 79% degli intervistati segnala una carenza di competenze. “I neolaureati non dispongono delle necessarie competenze che il mondo del lavoro oggi richiede. I lavoratori specializzati che attualmente operano nelle aziende si sono formati in un mondo manifatturiero tradizionale, ovvero in epoca pre-digitale”, scrivono gli autori dell’indagine.

    Di conseguenza, le aziende manifatturiere sono oggi pressate da un lato dalla necessità di offrire lavori migliori e più soddisfacenti, dall’altro di dotare i lavoratori delle necessarie competenze per svolgerli.

    La realtà aumentata (AR) può giocare un ruolo molto importante in questo scenario, ma solo se l’esperienza dei dipendenti viene posta al centro di qualsiasi progetto. L’introduzione dell’AR, che sovrappone informazioni digitali a oggetti e ambienti fisici, supportando il lavoro da remoto, da un anno a questa parte ha registrato una forte crescita. Nel corso della pandemia ha fornito un valido aiuto alle aziende per risolvere le problematiche legate al remote working, nonché per mantenere il distanziamento sociale nei luoghi di lavoro. I datori di lavoro oggi dovrebbero considerare l’AR quale strumento competitivo per attrarre nuovi dipendenti e, nel contempo, per riqualificare e/o far crescere professionalmente i lavoratori già assunti.

    Com’è possibile applicare efficacemente l’AR mettendo al centro le risorse umane?

    Un buon punto di attacco è senz’altro quello di partire da un problema, una criticità, una sfida. Tutto ciò che frustra i dipendenti nel loro lavoro quotidiano o li rallenta costituisce una buona chiave da cui partire.

    Solitamente, quando si dà il via alla creazione di un’esperienza AR, le prime domande che i responsabili di progetto iniziano a farsi sono “Cosa dovrei fare?” o “Come dovrei fare?” Queste però non sono le domande giuste, perché vengono solo successivamente. Per iniziare, la domanda più importante dovrebbe infatti essere: “Perché dovrei farlo?”

    Ad esempio, i dipendenti di una determinata azienda potrebbero avere difficoltà a installare o utilizzare un particolare macchinario in fabbrica. Le istruzioni di lavoro, fornite via AR, potrebbero costituire un valido ausilio di guida, passo dopo passo. Nelle fasi di produzione, ad esempio nel montaggio di prodotti, i lavoratori potrebbero utilizzare l’AR facendo riferimento ai file CAD originali per meglio capire quali componenti e parti essi devono utilizzare e il modo in cui montarli. Allo stesso modo, i tecnici specializzati negli interventi di assistenza all’esterno dell’azienda potrebbero utilizzare l’AR per aiutare i colleghi della sede centrale a risolvere un guasto mai visto prima.

    In entrambi i casi, e in molti altri ancora, l’AR potrebbe quindi risolvere problematiche che potrebbero costare tempo, energia e pazienza ai lavoratori.

    Tuttavia, il coinvolgimento degli addetti alla produzione non si dovrebbe limitare solo alla segnalazione dei guasti o delle situazioni di anomalia. I migliori risultati arrivano quando i dipendenti continuano a essere attivamente coinvolti durante lo sviluppo del progetto e le loro esigenze, i desiderata, le loro preoccupazioni accolte e vagliate in ogni fase.

    Ad esempio, i lavoratori dovrebbero essere attivamente coinvolti per:

    Definire l’ambito applicativo. Identificare una criticità è solo un punto di inizio. Ciò che serve non è affrontare e risolvere un singolo intoppo, ma migliorare il modo in cui si svolgono interi flussi di lavoro. Il modo migliore per farlo è affidarsi ai lavoratori e ascoltare direttamente da loro in quali fasi di un lavoro o di un’attività essi si trovano in difficoltà. È necessario che siano loro a dire dove sono necessari i miglioramenti.

    Decidere la tecnologia. Quando ci si accinge a fare un investimento in AR, soprattutto se significativo, è necessario porsi in anticipo le domande giuste. In questa fase, le decisioni sbagliate potrebbero facilmente portare a frustrazioni tali da portare i lavoratori a tornare alle vecchie abitudini e modalità. Ad esempio, hardware e software offrono supporto ai lavoratori nel modo in cui essi ne hanno realmente bisogno? La tecnologia è semplice e comoda da usare, consente loro di ottenere le informazioni di cui hanno bisogno e quando ne hanno bisogno? I sistemi impiegati consentono di operare comodamente a mani libere? La piattaforma applicativa ha il potenziale per supportare altre esperienze AR man mano che emergono nuovi casi d’uso? Il coinvolgimento dei lavoratori nella scelta delle tecnologie è fondamentale.

    Scegliere i contenuti. L’importanza dei contenuti non può essere sottovalutata: dopotutto, è proprio ciò che viene utilizzato per aumentare la realtà! In ambito industriale, il contenuto può assumere la forma di dati CAD o PLM, ovvero di informazioni ingegneristiche e conoscenze su come i prodotti sono costruiti, configurati e funzionano. Contestualmente, informazioni e istruzioni devono essere integrate con l’esperienza di chi svolge quotidianamente i lavori sul campo e che, in quanto tale, sa qual è il miglior modo per eseguirli. Nei contenuti possono essere inclusi anche dati provenienti dai sistemi di learning. Anche in questa fase, coinvolgere attivamente i dipendenti, seguendoli nello svolgimento del loro lavoro, è molto importante, poiché consente di porre in evidenza eventuali lacune nei dati o nelle informazioni che vengono trasmesse loro tramite AR. In sostanza, quali sono le domande a cui essi vogliono che l’AR risponda per loro?

    Ricevere feedback. Come è facile comprendere, l’obiettivo di molti progetti di AR è quello di migliorare i KPI (Key Performance Indicator) quali, ad esempio, la produttività, il rendimento o la percentuale degli scarti. Tuttavia, è improbabile che questi miglioramenti possano essere realmente ottenuti se non si dà priorità ai feedback dei dipendenti. Il lavoro in fabbrica è in continua evoluzione, soprattutto quando vengono installati nuovi macchinari o si realizzano nuovi prodotti. Raccogliere i feedback dagli addetti alla produzione e, quindi, agire di conseguenza è senz’altro la strada migliore da seguire per migliorare i KPI e per far sì che questi continuino a mantenersi su buoni livelli anche successivamente.

    Risolvere i problemi reali che le persone reali si trovano ad affrontare sul luogo di lavoro è una sfida che va affrontata non solo razionalmente, ma anche con passione e condivisione di intenti. Se un’azienda intende assumere nuova forza lavoro e sta utilizzando la tecnologia AR quale strumento per migliorare il lavoro dei propri dipendenti è senz’altro una grande pubblicità per il suo brand. L’impiego dell’AR consente inoltre di coinvolgere proattivamente i propri lavoratori, aumentandone le capacità, le competenze e la soddisfazione, ovvero fidelizzandoli nel tempo ed evitando così la fuoriuscita di competenze.

    AR Augmented Reality Paolo Delnevo PTC realtà aumentata
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